Appello contro la guerra: alcune proposte concrete


Bisogna fermare la guerra e il sistema che l’ha creata. Promuovere un processo di convivenza pacifica e la cooperazione internazionale nel rispetto del principio di democrazia e autodeterminazione dei popoli. Ma per fermare la mattanza, che conviene solo all’industria militare e alle classi dominanti, occorre una massiccia mobilitazione popolare che faccia pressione sui nostri governi. Possiamo fare la differenza, possiamo renderci protagonisti del cambiamento.
Come? Ecco alcune proposte concrete contro la guerra:

1. Impedendo all’Italia di inviare armi e soldati per la guerra in Ucraina.
Non possiamo lasciare il campo libero alla logica guerrafondai che sta imperversando da settimane sui giornali e in tv. È indispensabile fermare l’escalation della violenza, non alimentarlo con l’invio di armi e soldati. Impediamo al governo italiano di trascinarci in un conflitto mondiale. Il rischio che la situazione precipiti ulteriormente è concreto. Il rischio dell'utilizzo della bomba atomica è concreto.

2. Mettendo al centro la diplomazia e la cooperazione internazionale.
Bisogna fermare la guerra e il sistema che l’ha creata. Come?
Promuoviamo la tutela in tutte le forme possibili del diritto internazionale e umanitario, assieme al principio all’autodeterminazione dei popoli.
Chiediamo il riconoscimento del diritto a decidere per i popoli del Donbass, unitamente allo smantellamento delle milizie naziste e filofasciste militari e paramilitari operanti in Ucraina. Promuoviamo un piano di aiuti destinati ai civili.
Pretendiamo libere elezioni in Ucraina, aperte a tutti i partiti, anche quelli messi fuorilegge dal governo nel 2015 e la creazione di un osservatorio internazionale aperto a tutti i Paesi.

3. Chiedendo una vera politica del disarmo. Fermando la NATO.
L’espansione a Est della NATO è la principale causa della guerra in Ucraina. La NATO rappresenta da decenni una minaccia concreta per la pace e la convivenza pacifica fra Stati. La NATO ha più volte mostrato la sua natura militare offensiva e negli anni ha causato guerre, devastazione e massacri (Iraq, Afganistan, Serbia ecc.).
Battiamoci per la fine della corsa agli armamenti, per la messa al bando delle armi nucleari e per lo scioglimento della NATO.

4. Chiedendo il ritiro delle sanzioni.
Le sanzioni sono esse stesse un atto di guerra e non colpiscono gli oligarchi russi, i quali possono contare su ingenti capitali e sull’intreccio di interessi che li lega alle economie di tutto il mondo (incluso quelle occidentali), ma solo i cittadini russi, già vittime di una profonda crisi sociale ed economica.

5. Contra a sa gherra imperialista. Contro l’imperialismo, per una solidarietà internazionalista.
L’intervento militare della Russia in Ucraina è da condannare. Questa posizione che deve arrivare chiara al popolo ucraino.
Chiediamo alle istituzioni che siano accolti i profughi ucraini e di tutte le guerre, che venga offerta protezione umanitaria e asilo politico agli obiettori di coscienza e ai disertori russi. E che si dia allo stesso tempo sostegno politico ai cittadini e ai movimenti attivi per la pace e contro la guerra in Russia.
Costruiamo un’ampia mobilitazione popolare di dissenso contro la logica di guerra e contro ogni forma di imperialismo, sia contro quello russo che contro quello degli USA e del suo braccio armato, la NATO.

6. No all’aumento delle spese militari.
Contrastiamo l’aumento delle spese militari del 2% del Pil approvato da un parlamento sempre più scollato dalla volontà popolare, largamente contraria alla guerra. Chiediamo che quei soldi siano piuttosto stanziati per rafforzare le sanità pubblica e messi a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e delle lavoratrici colpite dalla feroce speculazione sui prezzi dell’energia e dei carburanti.

7. A foras! Basta occupazione militare.
La Sardegna è una terra di pace e deve essere smilitarizzata. I nostri nemici non sono né gli ucraini né i russi ma la NATO e le super potenze che da decenni rappresentano la vera minaccia per la pace nel mondo.
Chiediamo la fine delle esercitazioni della Nato nei poligoni sardi e che i poligoni militari vengano chiusi e le terre restituite al nostro popolo per farne uso a scopi civili.

Caminera Noa