Il Governo PD-5Stelle-Leu ha tolto il segreto di Pulcinella e ha pubblicato la Carta nazionale delle aree più idonee ad ospitare il deposito unico delle scorie nucleari.
Come denunciamo da anni, la Sardegna c’è eccome, in particolare aree di Oristano e del Sulcis:
In provincia di Oristano
50 ettari a Siapiccia
339 ettari ad Albagiara, Assolo, Mogorella, Usellus
164 ettari ad Assolo, Villa Sant'Antonio
164 ettari ad Albagiara, Usellus
Nella provincia del Sud Sardegna
164 ettari a Nuragus
156 ettari a Nurri
151 ettari a Genuri, Setzu, Turri
670 ettari a Pauli Arbarei, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna
150 ettari a Gergei
250 ettari a Las Plassas, Pauli Arbarei, Villamar
339 ettari a Mandas, Siurgus Donigala
213 ettari a Segariu, Villamar
241 ettari a Guasila
339 ettari a Ortacesus.
La macchina della propaganda è già in moto: diranno che si tratta di una installazione sicura, che porterà lavoro, che saranno previste misure per compensare e indennizzare l’area “sacrificata” finanziando progetti per lo sviluppo.
Diranno infine che “ce lo chiede l’Europa” e che è inaccettabile la politica del “non nel mio cortile”.
Diranno tutto ciò che già dicono per cose come la Saras, le aree ex industriali inquinate e mai bonificate, i poligoni e le basi militari, i traffici di scorie industriali.
Tutto ciò mentre la popolazione è obbligata a stare in casa, mentre nessun provvedimento su sanità, trasporti, screening di massa viene preso; quando non possiamo scendere in piazza per rivendicare il nostro diritto a dire no e decidere sul nostro territorio.
La nostra posizione è chiara: la Sardegna non è sacrificabile. È da più di 300 anni che la Sardegna viene sacrificata in nome di un bene superiore. I piemontesi hanno disboscato l’isola, la Monarchia liberale l’ha sacrificata sull’altare delle industrie del nord, il fascismo la utilizzò per diffondere la malaria come potenziale arma chimica contro il possibile sbarco alleato e la Repubblica fondata sul lavoro la utilizza a suo piacimento come discarica, colonia turistica e gigantesca base militare.
I sardi hanno già deciso con un referendum istituzionale di dire NO al nucleare e ai depositi di scorie. La Repubblica italiana non può decidere per noi e, ancora una volta, contro il nostro interesse.
Non sopporteremo oltre!
50 ettari a Siapiccia
339 ettari ad Albagiara, Assolo, Mogorella, Usellus
164 ettari ad Assolo, Villa Sant'Antonio
164 ettari ad Albagiara, Usellus
Nella provincia del Sud Sardegna
164 ettari a Nuragus
156 ettari a Nurri
151 ettari a Genuri, Setzu, Turri
670 ettari a Pauli Arbarei, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna
150 ettari a Gergei
250 ettari a Las Plassas, Pauli Arbarei, Villamar
339 ettari a Mandas, Siurgus Donigala
213 ettari a Segariu, Villamar
241 ettari a Guasila
339 ettari a Ortacesus.
La macchina della propaganda è già in moto: diranno che si tratta di una installazione sicura, che porterà lavoro, che saranno previste misure per compensare e indennizzare l’area “sacrificata” finanziando progetti per lo sviluppo.
Diranno infine che “ce lo chiede l’Europa” e che è inaccettabile la politica del “non nel mio cortile”.
Diranno tutto ciò che già dicono per cose come la Saras, le aree ex industriali inquinate e mai bonificate, i poligoni e le basi militari, i traffici di scorie industriali.
Tutto ciò mentre la popolazione è obbligata a stare in casa, mentre nessun provvedimento su sanità, trasporti, screening di massa viene preso; quando non possiamo scendere in piazza per rivendicare il nostro diritto a dire no e decidere sul nostro territorio.
La nostra posizione è chiara: la Sardegna non è sacrificabile. È da più di 300 anni che la Sardegna viene sacrificata in nome di un bene superiore. I piemontesi hanno disboscato l’isola, la Monarchia liberale l’ha sacrificata sull’altare delle industrie del nord, il fascismo la utilizzò per diffondere la malaria come potenziale arma chimica contro il possibile sbarco alleato e la Repubblica fondata sul lavoro la utilizza a suo piacimento come discarica, colonia turistica e gigantesca base militare.
I sardi hanno già deciso con un referendum istituzionale di dire NO al nucleare e ai depositi di scorie. La Repubblica italiana non può decidere per noi e, ancora una volta, contro il nostro interesse.
Non sopporteremo oltre!