Alfredo Cospito. Un anarchico torturato dallo Stato

Lo Stato italiano sta definendo tutti i presupposti per un ennesimo omicidio e strage contro le fasce antagoniste di qu
esta società.

In questi ultimi mesi ad essere ulteriormente oggetto di repressione e tortura sono gli anarchici, in particolare Juan Sorroche, Anna beniamino, Toby Shone e Alfredo Cospito. Quest'ultimo, si trova rinchiuso nel carcere di Sassari, a Bancali, nella misura detentiva del 41 bis, accusato di aver posto in piena notte, davanti alla scuola allievi carabinieri di Fossano, degli ordigni a basso potenziale che non potevano e non dovevano causare né morti né feriti.

Attualmente Alfredo lotta con il suo corpo, in uno sciopero della fame che dura ormai da 88 giorni. In suo sostegno, in tutta Italia, varie sono state le mobilitazioni di solidarietà e di condanna di una pena che appare più come una “vendetta di Stato” per niente commisurata al reato commesso.

A Bancali, di fronte alle mura del carcere, proseguono inoltre ininterrottamente i presidi solidali per la liberazione di Alfredo e la revoca del 41 bis.

Caminera Noa intende oggi denunciare e condannare il pesante clima di repressione che si sta scagliando con violenza nei confronti di chiunque si opponga e denunci le storture della nostra società e non si sottometta alle sue regole e le logiche di potere. Sempre più spesso si assiste infatti a una guerra preventiva dello Stato italiano contro diversi settori del mondo studentesco, sindacale e persino musicale, attraverso intimidazioni, perquisizioni e denunce. All’interno di questa logica repressiva da sempre agisce lo Stato contro gli anarchici e le anarchiche.

Nei confronti di Alfredo Cospito, lo Stato mette in pratica una pena che non ha nulla a che vedere neppure con la retorica della rieducazione; una pena disumana che punta ad annullare l'autodeterminazione e l'esistenza dell’individuo, per incasellarlo nella figura del criminale pericoloso per la società, da isolare e condannare a una pena esemplare.

Ricordiamo inoltre che sono ben undici le strutture penitenziarie presenti in Sardegna, tra cui le cinque carceri speciali in cui lo Stato italiano ha sepolto vive circa 200 detenuti in regime di 41 bis. Anche questa, nel silenzio e nella complicità di politica e istituzioni, è una delle forme di colonialismo che pendono sulla nostra isola, ormai incasellata nel ruolo di Cayenna del mediterraneo. Una forma di occupazione e sfruttamento del territorio che si aggiunge ai trentacinquemila ettari occupati dai poligoni militari e che fanno della Sardegna una terra di conquista da svendere al miglior offerente. Una terra sempre più spopolata e priva di servizi essenziali quali scuole, e ospedali.

Caminera Noa invita i cittadini e le cittadine sarde a una riflessione collettiva sull’inutilità delle carceri e sull’utilizzo brutale che di queste ne fa lo Stato, i cui costi gravano su tutta la società e la cui minaccia incombe su chiunque dichiari di voler cambiare il sistema di potere dominante. Un utilizzo politico e ben lontano da qualsiasi idea di giustizia.

Caminera Noa invita i movimenti per l’autodeterminazione e l’indipendenza della Sardegna, le individualità e le associazioni che da sempre si battono per i diritti e la dignità degli esseri umani a una dichiarazione unanime di solidarietà ad Alfredo Cospito, per la sua liberazione e per l’abolizione del 41 bis.

Coordinamento natzionale di Caminera Noa
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