Erriu e Granari: "Noi mangiamo a Sardara. Il popolo? Che mangi brioche!"


È nota la battuta che la regina Maria Antonietta d’Austria avrebbe fatto ad un funzionario del Re che le riferiva l’insopportabile situazione di tensione sociale dovuta alla mancanza di cibo fra la popolazione: «il popolo non ha pane? Che mangino brioches!».

È una battuta che storicamente ha riassunto tutta l’arroganza del potere e del privilegio, di chi sta sopra la legge e di chi si percepisce come un essere superiore.

Che in Sardegna la classe di potere (politica e non solo politica, come nel caso del pranzo delle terme di Sardara, dove erano presenti anche funzionari e militari) si senta intoccabile non è affatto una novità.

Questo non contraddice ma conferma la condizione di subalternità della Sardegna, per il fatto che proprio per preservare la condizione di sfruttamento e di oppressione dell’isola, spesso e volentieri lo Stato italiano ha garantito privilegi al ceto politico locale, fino ad arrivare ad una vera e propria condizione di intoccabilità.

Ne è prova la difficoltà a comunicare all’opinione pubblica i nomi dei partecipanti ad un pranzo proibito, in piena zona arancione, proprio nel momento in cui i vertici della Regione e i media tiravano al piccione contro “la gente” responsabile di “bagordi irresponsabili” nel periodo della zona bianca.

Si pone la questione “chi controlla i controllori?”.

Sì, perché al pranzo di Sardara, era presente, fra gli altri il signor Antonio Casula, capo del Corpo Forestale, il quale ha dichiarato che era lì “per ragioni di lavoro”.

Durante il lockdown dell’anno scorso la forestale fermava e multava signori in cerca di funghi, rider che correva solitari in mezzo agli ulivi, solitari pescatori fra gli scogli, ecc..

Il loro capo oggi partecipa ad un pranzo adducendo fantomatici motivi di lavoro e non si perita neppure di segnalare l’anomalia a qualche sottoposto perché scattino le sanzioni.

L’opposizione alla Giunta Solinas ha tuonato contro il Governatore e ha recentemente anche inscenato un’occupazione del Consiglio. Peccato però che tra i commensali della “grande abbuffata” ci fosse anche l’ex assessore PD della Giunta Pigliaru Cristiano Erriu che poi, ha fatto spallucce e chiesto scusa a mezzo stampa.

C’era anche l’ex amministratore di Abbanoa Abramo Garau e il comandante del 15° reggimento fanteria Sassari Marco Granari.

Paradosso dei paradossi – pensate un po’–non mancavano all’appello dei commensali il direttore i vertici dell’azienda ospedaliera universitaria di Cagliari, ossia il manager Giorgio Sorrentino, la direttrice amministrativa Roberta Manuntza e Paola Racugno.

E poi sindaci, imprenditori, funzionari, membri di partito, consulenti, ecc..

Tutta gente che predica bene, che punta il dito contro i cittadini e che poi razzola come si è visto!

Insomma un bell’affresco di una ordinaria abbuffata che evidentemente era a tutti gli effetti un summit politico-affaristico che la dice lunga su come funziona il sistema coloniale in Sardegna e sui veri posti dove si prendono le decisioni sulla pelle dei sardi.

Come nelle monarchie assolute e nelle dittature insomma, con una verniciatina di democrazia rappresentativa per contentare il popolino e per tappare la bocca ai soliti criticoni.

Forse, anche in questo frangente, il Covid sta facendo venire a galla le contraddizioni e allargando le crepe strutturali del sistema.

I commensali di Sardara dovrebbero rileggersi qualche libro di storia e vedere come finiscono di solito queste cose, a partire dalla sorte toccata alla loro omologa Maria Antonietta d’Austria.