Per una alternativa popolare autodeterminazionista. Baùladu, 23/01/2022


Ritenendo importante il contributo al dibattito arrivato dalle organizzazioni presenti a Bauladu il 23 gennaio scorso in occasione dell’Assemblea Plenaria di Caminera Noa, riportiamo una breve sintesi degli stessi, certi di poter trarre spunti di riflessione importante e utili al confronto politico che si intende promuovere in seno al movimento per l’autogoverno e per l’autodeterminazione nazionale della Sardegna.


Nell’ordine sono interventi:

- Arnaldo Scarpa, Comitato Riconversione Rwm

Il comitato è composto da oltre venti gruppi che dal 2017 lavorano sulla proposta di riconversione della fabbrica di armamenti di Domusnovas, nota per rifornire la coalizione saudita impegnata nella guerra in Yemen.

Il comitato è sempre stato attivo contro lo sfruttamento del territorio e logiche politiche estranee alla nostra terra e ai suoi interessi.

Nel corso della propria attività ha promosso due conferenze stampa in Senato e alla Camera dei deputati riuscendo a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento e facendo pressione sulla politica.

Dal 2021 l’Rwm non esporta più in Arabia Saudita. Ma occorre rilevare che sino allo scorso anno sono state esportate oltre diecimila bombe. L’azione del comitato è stata molto importante perché è grazie al contributo dal basso che è stato possibile il cambiamento dell’opinione pubblica nei confronti della fabbrica.

Una delle iniziative più importante del comitato è stata quella di promuovere la nascita di una associazione etica, per una economia nuova e sostenibile, la “War free” che riunisce ben 40 ditte che hanno una idea di economia alternativa a quella finora imposta al territorio, un’idea molto vicina a quella di Caminera Noa, con la quale si vuole collaborare.

- Nicola Giua, Cobas Scuola Sardegna

Caminera Noa e i Cobas Sardegna hanno collaborato in diverse iniziative e si sono supportate a vicenda, in particolare nelle vertenze della scuola. Questo soprattutto negli ultimi due anni. Una collaborazione che si intende portare avanti.



I Cobas sono nati nella scuola alla fine degli anni 80, Cobas è l’acronico di “Comitati di base della scuola”.

I COBAS SARDEGNA sono una realtà sindacale indipendente sul territorio che opera sulla base degli interessi dei sardi e di questa terra. Una visione questa che sta sempre più maturando e consolidandosi all’interno dei Cobas, i quali sono intervenuti sulla questione delle basi militari e sulla presenza della fabbrica di armi di Domusnovas. I Cobas non sono stati presenti quindi solo nel mondo del lavoro e della scuola. I Cobas sono un sindacato legato al territorio che nasce dal basso e che vuole strutturarsi in modo tale da poter intervenire su tutti i settori lavorativi. Le attuali norme fissano, a livello italiano, al 5% la rappresentanza sindacale, soglia che penalizza il sindacalismo sull’Isola. Allo stato attuale questo impedisce di indire assemblee territoriali in Sardegna. Il modello che si intende inseguire è quello della Valle d’Aosta che ha potuto aggirare l’ostacolo sulla base del riconoscimento della minoranza linguistica della Regione. Questo ci fa capire come ciascuno, con la propria storia e la propria esperienza, deve lavorare su un terreno politico comune, lavorando assieme su battaglie storiche come quelle sulla lingua e la cultura sarda, per costruire una prospettiva politica futura negli interessi della Sardegna. È importante partire dai territori, per l’autodeterminazione dei territori.

- Vincenzo Monaco, ADES - Associazione per la Democrazia Energetica in Sardegna

I partiti non sono più rappresentativi, non ci appartengono più. Occorre quindi mettere assieme le associazioni, i comitati, le esperienze collettive dal basso per modificare il “sistema Sardegna” in termini politici. Favorendo un ricambio generazionale. Occorre che la vecchia guardia politica si faccia da parte e sia sostituita da una generazione di giovani e donne. Nessuno deve essere messo da parte, ma è necessario che i leader storici si mettano al servizio di un processo di rinnovamento del movimento per l’autodeterminazione della Sardegna.

- Francesca Solinas, Domo de Totus

Occorre rafforzare la collaborazione fra le due realtà che sono mosse da valori comuni.

Sa Domo de Totus agisce su tre piani: politico, culturale e mutualistico, attraverso pratiche di lavoro orizzontali, ritenendo che la liberazione politica passi attraverso la liberazione sociale. Sa Domo è una realtà che punta molto sulla pratica: Radicale nei contenuti e radicata sul territorio.

Sa Domo è una associazione che ha affinità con Caminera Noa, con la quale intende lavorare sulla base della parità nel percorso decisionale. Sa Domo intende promuovere percorsi di elaborazione con sindacati, partiti e movimenti che condividono questi sentimenti.

- Maurizio Onnis, Associazione Corona de Logu

A tutt’oggi nella Corona de Logu siedono amministratori locali di 55 Comuni diversi. Tutti motivati dal desiderio di dare alla Sardegna una maggiore autodeterminazione. Crediamo che le persone abbiano bisogno di modelli positivi. Lavorare sul territorio con la gente significa dare fiducia e dare strumenti alle persone e alle comunità, significa mettersi in gioco per far funzionare le cose in Sardegna in modo diverso.

Non basta dirsi indipendentisti, bisogna formarsi e istruirsi.

Sul piano elettorale bisogna prendere atto del fatto che c’è poco tempo. Ci si muove troppo lentamente e occorre evitare di assistere alle prossime elezioni regionali all’umiliazione di indipendentisti che vanno in massa con il centro sinistra.

La Sardegna è una terra a cui vengono rubate le risorse e negati gli strumenti per capire il mondo. I sardi hanno bisogno di guadare al futuro e al proprio benessere da vincenti, hanno bisogno di trovare un posto nel mondo con pari dignità con tutti gli altri popoli.

- Valeria Serreli, ANS - Assemblea Nazionale Sarda

ANS è un’assemblea di cittadinanza attiva, nata nel 2019. È una associazione apartitica, democratica e plurale, il cui obiettivo è quello di costruire “coscienza nazionale”, cioè la consapevolezza per i sardi di potersi autodeterminare e curare il proprio destino e il proprio interesse. ANS si rifà all’ANC, l’Assemblea Nazionale Catalana.

ANS non è un partito politico per forma associativa.

Si vuole fare dell’assemblea uno strumento al servizio del popolo sardo, perché l’indipendentismo possa raccoglierne i frutti. Per ANS è importante il legame con il territorio, il senso di comunità, la valorizzazione culturale. Per questo ANS parla di autodeterminazione e autogoverno, organizzando dibattiti attorno a questi temi.

ANS è una comunità viva che vuole stringersi attorno a un obiettivo comune. In ANS convivono idee diverse che dialogano fra loro. Sappiamo che l’indipendentismo ha necessità di realtà politiche forti e che sappiano fare la differenza.

- Giovanna Casagrande, Sardegna Possibile

Sardegna Possibile è nata nel 2014 da una ambizione, da una missione collettiva. Si voleva spostare l’asticella e ci si è riusciti, adottando un percorso probabilmente prematuro ma efficace: un percorso femminista, popolare e basato sulla partecipazione. Si è cominciato a elaborare la politica nei territori con gli OST, raggiungendo infine oltre 70mila consensi, ma la legge elettorale non ha favorito nessuna rappresentanza. Una legge elettorale che ha penalizzato allo stesso modo Unidos e Fronte Indipendentista Unidu. Una legge elettorale che di fatto ha bloccato la rappresentanza e compromesso l’impegno politico dei sardi.

Oggi ci sono relazioni aperte che vogliono sfondare il muro individualista di cui soffre l’indipendentismo sardo. Quel muro dove si ritiene che sventolare la bandiera al di sopra le altre significhi esistere. Occorre invece riconoscere le differenze, che sono la nostra ricchezza. Caminera Noa in questo periodo storico ha espresso le sofferenze del popolo sardo, in particolare con la sua portavoce Luana Farina.

Oggi dobbiamo impedire la svendita delle nostre ambizioni alle coalizioni italiane. Se non contiamo in termini di voti dobbiamo contare culturalmente. Dobbiamo partire dall’autodeterminazione personale, fornendo nuovi strumenti culturali e politici.

- Giulia Carta, Coordinamento Intersezionale

La colonizzazione è stata fatta sul nostro corpo, sui nostri percorsi personali e dopo sul nostro territorio e sulla nostra nazione.

Sin dalla sua nascita il Coordinamento Intersezionale ha collaborato attivamente con l’associazione Corona de logu dove ha portato la nostra voce.

Non può esistere indipendentismo, autonomia, senza femminismo, transfemminismo.

Se la violenza di genere è presente nella nostra società significa che occorre voltare pagina e iniziare da zero, significa che occorre scrivere la nostra narrazione, cambiare l’immaginario collettivo, andare oltre anche pensatori come Marx o Gramsci.

La violenza di genere c’è nella sanità e nella scuola. Ma la società tende a mettere le cose a tacere. Dobbiamo stimolare le associazioni e i gruppi a formarsi per poter aiutare le persone che soffrono le discriminazioni. Dobbiamo farlo assieme.

- Maria Grazia Bitti, Donne Libere in Lotta per il Diritto alla Salute

Il movimento Donne Libere in Lotta per il Diritto alla Salute si è occupato di piccole grandi lotte in seno a una sanità ormai allo sfascio, specialmente in questi ultimi due anni. Il movimento ha messo sotto i riflettori situazioni inaccettabili e insostenibili, denunciando per esempio le liste di attesa lunghissime a cui sono sottoposte migliaia di donne malate, costrette infine ad andare a curarsi fuori dall’isola. Il problema riguarda tutti, riguarda la Sardegna ed è necessario che i movimenti, le associazioni che si battono per il benessere dei sardi e delle sarde e per gli interessi di questa terra sostengano e si uniscano alle nostre lotte.

- Lisetta Bidoni, Progetto per Nuoro

Progetto per Nuoro è un movimento civico che raggruppa esperienze dall’area di sinistra, ecologiste, femministe, autonomiste. Alle elezioni comunali è riuscita a esprimere un consigliere di minoranza (Lisetta Bidoni). Un’esperienza importante che si misura con un mondo (quello della politica) dove la donna è vista come subordinata all’uomo.

Il documento di Caminera Noa è articolato e alcuni spunti vanno approfonditi attraverso il dialogo e il confronto.

Dobbiamo fare tesoro degli errori del passato e delle criticità presenti in Sardegna. La percentuale dei votanti è scesa sotto il 40% e giustamente ci si preoccupa dell’elettorato che si allontana sempre di più dalla politica.

Importante dunque la riflessione sulle elezioni regionali e sull’assenza di rappresentanza, un elemento su cui riflettere a fondo.

Progetto per Nuoro ha rilevato nel documento di Caminera Noa alcuni elementi importanti e condivisi: il concetto più usato è quello del dialogo, del confronto. Ci si riconosce in un progetto comune che vuole dar vita a una voce diversa, al di fuori dei partiti tradizionali e dei soggetti personalistici.

La frantumazione dei movimenti che non si riconoscono negli schieramenti tradizionali devono trovare elementi di coesione per costruire l’alternativa politica.

È possibile lavorare a medio e termine. Occorre sedersi attorno a un tavolo e discutere di sanità, basi, industria, PNR. Occorre concentrarci su ciò che ci unisce per costruire un percorso comune e per poter presentare eventualmente un progetto elettorale. Ma anche se non ci si riesce in questo intento si può lavorare assieme.

Progetto per Nuoro intende muoversi su questo terreno con grande disponibilità.

Il vero problema è la frantumazione ma ci sono le condizioni per aprire un reale confronto. Le parole forti sono femminismo, ecologismo, pacifismo, socialismo.

Progetto per Nuoro non è una organizzazione indipendentista, ma i suoi attivisti sono per l’autodeterminazione e per l’autonomismo. È possibile quindi costruire obiettivi politici a medio e lungo termine. Favorire il confronto e aprire ai giovani, alle donne. Ciò che i gruppi tradizionali non fanno come invece sta dimostrando di fare Caminera Noa.

- Francesco Zancudi, Progres

In questo periodo di politiche inique e repressive camuffate da politiche sanitarie non è facile organizzare assemblee in presenza e momenti di reale confronto.

- Intervento tramite video registrato di Silvia Lidia Fancello - Osservatrice EFA/ALE

Nell’ambito di EFA e in stretta connessione con essa, diverse forze decentraliste territoriali attive nella Repubblica Italiana agiscono insieme, in una sorellanza chiamata Autonomie e Ambiente (AeA).

Caminera Noa da movimento di pura testimonianza politica si è trasformato in una organizzazione che cerca di radicarsi nel territorio attraverso iniziative meritevoli che vanno dalla difesa della sanità pubblica alla lotta per la parità di genere e dei generi.

Si ritiene opportuno rinnovare l'invito al dialogo e alla collaborazione con AeA.

Perché collaborare con AeA?

AeA è stata assunta da EFA come osservatorio privilegiato sulla reale capacità dei movimenti politici identitari sardi di dialogare fra loro coagulandosi intorno obiettivi comuni e, partendo da questa collaborazione, iniziare a costruire un coordinamento politico che vada a rappresentare la nostra terra in Europa.

Vi è la necessità di un superamento di quel sentimento sciovinista e anti-italiano che tende a rifiutare in blocco, senza distinzioni, tutto ciò che arriva dal suolo della penisola. Tale atteggiamento impedisce una riflessione profonda su quale sia invece il vero ed unico nemico, ovvero il centralismo del governo italiano.

L'assenza aprioristica di tale fondamentale ragionamento, ha condizionatori e spesso impedito nel tempo a molti movimenti il concorso alle competizioni elettorali locali, vero banco di prova per verificare la credibilità e l'autorevolezza dell'idea autodeterminista.

Oggi il comportamento di Caminera Noa, la rende a nostro avviso pronta a costruire con AeA un'alleanza larga nel sistema politico della Repubblica, per fermare il centralismo italiano e l’incipiente centralismo europeo.

In AeA ed EFA riescono a cooperare lo storico autonomismo antifascista della Val d'Aosta, gli autonomismi civici e ambientalisti del Friuli, della Toscana e della Romagna, gli indipendentisti anticolonialisti di Sicilia. Gruppi più moderati e altri più progressisti. Alleandoci si può operare una resistenza contro gli abusi dello stato d'emergenza, lo stato prefettizio, la scelta nucleare, il militarismo, il neocolonialismo interno e internazionale. È una battaglia collettiva, quella alla quale siamo chiamati e le forze politiche sarde, ciascuna nella sua autonomia o nel rispetto delle diversità e delle storie individuali e collettive, non possono sottrarsi. È tempo di una seria autocritica rispetto alle occasioni perse. Servono progetti innovativi, azioni concrete, nuove forme di partecipazione popolare e di organizzazione elettorale.

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Baulàdu, 23 gennàrgiu de su 2022
Il coordinamento di Caminera Noa