Tra le tante e annose criticità cita quelle della sanità
pubblica in Sardegna perché, come sappiamo bene, quella privata (una per tutte
il Mater Olbia, ingrassatosi con finanziamenti della Regione Sarda, che ha
visto come unica opposizione quella di Caminera Noa e dei tanti comitati di
cittadini intervenuti nelle imponenti mobilitazioni del 17 giugno 2017 e del 16
dicembre 2018) gode di ottima salute, a
scapito di quella pubblica, colpita a morte proprio alla politica sanitaria
scellerata iniziata con la Riforma del Dottor Arru, assessore della Sanità
nella Giunta Pigliaru, approvata a larga maggioranza proprio del Consiglio
Regionale presieduto allora dal “Dottor” Ganau, che tra i tanti disastri, ha
fatto quella di chiudere in tutti i territori sardi, ospedali, punti nascita e
tanti altri servizi sanitari primari, necessari in una Regione di poco più di
1.500.000 di abitanti dislocati in una superficie che fa della Sardegna la
seconda regione più estesa d’Italia insieme al Piemonte, subito dopo la
Sicilia.
Ma se il PD piange, Psd’Az. e Lega certo non devono ridere!
Oggi abbiamo la Giunta Solinas che con l’Assessore Dottor Nieddu, perfetto liquidatore di una sanità pubblica già morente rivelatosi del tutto
incapace di affrontare gli inizi della crisi sanitaria con gli strumenti
giuridici a sua disposizione (DELIBERAZIONE N. 51/23, DELIBERAZIONE N. 51/23 DEL17.11.2009,
17.11.2009, 17.11.2009, Piano Pandemia influenzale Regione Sardegna 2009).
Inascoltati rimasero gli appelli per la chiusura di porti e aeroporti e la richiesta di Caminera Noa di effettuare uno screening su tutta
la popolazione (allora la Sardegna era ancora covid free). L’attuale
giunta regionale, di fronte all’emergenza è stata capace di elaborare, in modo
assolutamente obsoleto, una riforma sanitaria che contempla il ritorno delle 8
vecchie Asl, e relative poltrone, senza una programmazione seria della stessa.
Caminera Noa ritiene urgente avviare un piano di riforme che
passi attraverso il rafforzamento della sanità pubblica, la riapertura dei
centri chiusi o sottodimensionati rispetto ai reali bisogni dei cittadini
sardi, presidi che avrebbero impedito di portare al collasso gli ospedali dei
centri maggiori nel periodo più recrudescente della pandemia. Un piano di
riforme che intervenga sullo Statuto sardo, sulla riorganizzazione ed
efficientamento degli Enti Locali e degli Assessorati regionali.
È necessario iniziare con la scissione delle due Direzioni
Generali Sanità e Politiche Sociali (non consideriamo la terza “Osservatorio
delle povertà, istituito da Soru nel 2006, mai partito!) in modo da farne due
Assessorati distinti, come altre Regioni a Statuto Speciale hanno saputo fare
traendone maggiori benefici, e come era in Sardegna fino ai primi anni ’80.
L’unione di queste due Direzioni sotto un unico Assessorato
non ha più ragione d’essere perché le problematiche sono diventate così tante e
difficili da gestire, in questi tempi di estrema crisi economica, sociale e
sanitaria, che hanno necessità di una distinta autonomia finanziaria e di una
programmazione territoriale diversificata. Ciò porterebbe a un alleggerimento
della macchina burocratica, che spesso frena la possibilità di spendere al
meglio i circa quattro miliardi di euro destinati ogni anno alla sanità
pubblica sarda (più della metà del bilancio regionale), nella quale convergono
anche i fondi destinati al Servizio sanità pubblica veterinaria e sicurezza
alimentare.
Inutile ribadire che negli ultimi decenni gli esponenti del
duopolio coloniale di destra e sinistra, non hanno saputo gestire la sanità
sarda se non per spartirsi poltrone e rafforzare un sistema politico
clientelare in totale contrasto con gli interessi del territorio, non sapendo
nemmeno sfruttare le opportunità riservate alle realtà geopolitiche disagiate
previste dall’Unione Europea.
La Sardegna merita una classe politica capace di lavorare
per il benessere dei suoi cittadini, e questa non può essere rappresentata
dagli stessi che ci hanno portato nell’attuale disastrosa condizione dove,
oltre a morire di covid, si muore, nel totale disinteresse, di cure negate.
Coordinatrice Natzionale Caminera Noa
Sassari, 05 de freàrgiu de su 2022