Stop transfobia. Tiriamo giù quei cartelli!


Arrivano con quasi due mesi di ritardo i cartelloni #stopgender a Cagliari. Alla buon’ora, per un franchising isolano dell’oscurantismo conservatore italiano.

Caminera Noa ritiene che, benché ci siano stati due mesi di ritardo, i franchising di cui sopra potessero perfino evitare di attacchinare messaggi menzogneri che puzzano di transfobia e che strumentalizzano i bambini. Che i vari movimenti ProVita dicano ciò che pare a loro, non significa affatto che stiano esprimendo un “pensiero libero”. Tutt’altro: si tratta di ingessare le vite altrui.

 

Funziona in questo modo: tutto ciò che al reazionario medio non piace, lo scarica sui bambini da “tutelare”, che vengono strumentalizzati ipocritamente come se ogni azione fatta in loro nome fosse necessariamente orientata alla qualità della vita dei bambini stessi. Ma non è necessariamente così.

 

Per manifestare la propria transfobia, le fazioni più conservatrici si inventano da anni una sorta di attacco all’innocenza infantile attraverso l’accusa che il “gender”, promosso da chiunque sia meno retrogrado di loro, stia plagiando i bambini. Ed è facile che la buttino sull’argomento fantoccio: transessualità, omosessualità, educazione sessuale e sentimentale, secondo i conservatori sono preamboli di un contesto teso alla pedofilia. Ci siamo con l’accusa serpeggiante: questa è una loro opinione e non è supportata dai fatti. Soprattutto è un’accusa infamante ed a buon mercato. D’altronde, chi si schiererebbe contro chi vuole tutelare dei bambini?

 

Bisogna ridefinire cosa sia “pro vita” nella dialettica coi conservatori. Anche Caminera Noa è pro vita, purché non sia la vita gretta che i conservatori hanno in agenda politica per le prossime generazioni. La qualità della vita è da preferire ad un’idea astratta di vita, marchio di fabbrica di chi è due passi indietro. Ci opponiamo alla possibilità che possa esistere quell’individuo che aderisce ad un’identità di genere preconfezionata dal solito maschilismo bellicista all’italiana. Il modello che vogliamo per la Sardegna e per il mondo, è un altro, ed è migliore perché non è opprimente.

 

Nessuno vuole imporre ai bambini il “gender”, anche perché questo è un argomento fantoccio creato dalle frange politiche più oscurantiste che ormai è finito in bocca perfino ai moderati. Nessun plagio di minore, quindi: il terreno su cui si gioca la partita è sulla possibilità che i bambini possano decidere da sé, e col tempo, quale sia il loro orientamento sessuale e quale sia per sé l’identità di genere che più si confà a loro.

 

L’identità di genere, i costumi, l’orientamento sessuale, sono uno spettro, ci sono gradazioni. I bambini devono essere educati a questo, e devono saperlo per essere tutelati contro chi vuole che i bambini vivano una vita condizionata dai giudizi e dalle pressioni sociali, dell’emarginazione, della negazione della propria identità, della repressione dei propri sentimenti e degli amori negati.

 

E allora diciamolo chiaramente: per la Sardegna e per il mondo, che Caminera Noa assieme a tante altre realtà politiche intendono costruire, la qualità della vita dei bambini passa attraverso la possibilità che i giovani non si sentano costretti fin dall’infanzia a muoversi dentro un binario in cui i ruoli ed i costumi di genere somiglino per loro a delle gabbie.

 

Tiriamo giù quei cartelloni! Cancelliamo quei manifesti!

#stoptransfobia

 

Carlo Manca
Coordinamento natzionale di Caminera Noa
13 Mes’e Idas de su 2022