Si è conclusa ieri la mostra “Indimenticàbiles – Indimenticabili” di Salvatore Palita (venerdì 10 e sabato 11 febbraio), proposta a Sassari nella sede del GCP - Gruppu di Culthura Poburari di via Università 18.
Nel corso della serata, diretta da Francesca Solinas, è stato messo in risalto il filo conduttore che lega i vari personaggi raffigurati dall’artista, la cui arte diventa “uno strumento politico capace di sconvolgere la mistificazione che il potere fa delle loro vite e vicende storiche.”
“Se si perde la memoria non si hanno riferimenti storici e ideali”, ribadisce Palita nel corso del suo intervento, precisando che “non bisognerebbe trattare questi personaggi come glamour ma metterne in luce l’impegno che vi hanno messo per ottenere determinati risultati contro il colonialismo, la repressione militare, l’assenza di libertà di scelta ecc”.
Tra i tanti personaggi ricordati da Palita, ne sono stati messi in relazione tre: Giovanni Maria Angioy, Frida Kahlo e Alfredo Cospito (tra i pochi a essere in vita, attualmente detenuto nel carcere di Opera, a Milano). I tre personaggi si introducono nel percorso concettuale proposto da Francesca Solinas attraverso tre fasi: memoria cancellata, memoria spettacolarizzata e memoria negata.
La vicenda di Giovanni Maria Angioy viene sistematicamente ridimensionata dalle stesse istituzioni regionali che ne dovrebbero invece esaltare la memoria per aver combattuto contro l’oppressione e i privilegi feudali e per una vera libertà e indipendenza della Sardegna.
La storia della celebre pittrice Frida Kahlo viene insabbiata e ridotta immagine iconografica, ad altro rispetto al significato del suo lavoro artistico e al suo pensiero rivoluzionario”, sottolinea Francesca Solinas e ribadisce lo stesso Palita attraverso un aneddoto: “Frida nasce nel 1907 ma agli intellettuali con cui entra in contatto racconta di essere nata nel 1910, anno di inizio della Rivoluzione messicana.” Una figura importante per il pensiero femminista, un simbolo di vitalità e resistenza per tutte le donne. Una rivoluzionaria nel suo approccio artistico e nel pensiero politico. Frida Kahlo credeva in un cambiamento vero e radicale, anche non pacifico.
La vicenda di Alfredo Cospito che da settimane anima il dibattito attorno all’utilità al 41 bis, all’ergastolo ostativo e al sistema carcerario italiano, è stata introdotta attraverso una critica ai media, “che hanno il potere di alterare la realtà”, mistificando le ragioni dello sciopero della fame che l’anarchico porta avanti ormai da oltre 115 giorni. Dalla cella in cui è rinchiuso Cospito non può guardare verso l’esterno, non può scegliere che libro leggere, non può vedere i parenti, può solo parlare con altri nella sua stessa condizione.
“Non vedo un filo d'erba, un albero e le stelle
la vita non ha senso in questa tomba per vivi.”
Alfredo Cospito
Alfredo Cospito non ha ucciso nessuno ma a lui si attribuisce il reato di strage, infliggendogli una condanna che assomiglia molto alla tortura e alla pena di morte. Tanto che l’accostamento ai mafiosi appare come una mistificazione, una vendetta di Stato in grado di sfuggire persino alla retorica della funzione riabilitativa del carcere.
Indimenticàbiles – Indimenticabili di Salvatore Palita è una mostra capace dunque di stimolare una riflessione e aprire un dibattito utile, e oggi più che mai necessario, in relazione all’uso dei media, dei mezzi di informazione e all’impegno politico di chi ha provato a cambiare l’esistente. Ci si potrebbe soffermare a lungo sulla figura di Alfredo Cospito, una delle più controverse della mostra di Palita, ma anche a chi non appartiene all’ambiente anarchico e antagonista, può risultare lampante la presenza di ingiustizia e l’oggettiva attribuzione a Cospito di aver acceso i riflettori sulle inumane condizioni in cui vengono costretti a vivere i detenuti sottoposti al 41 bis”, molti dei quali non si sono neppure mai macchiati di omicidio, sbattuti in un pozzo da oltre vent’anni nell’indifferenza di società e istituzioni.
Alfredo Cospito
Alfredo Cospito non ha ucciso nessuno ma a lui si attribuisce il reato di strage, infliggendogli una condanna che assomiglia molto alla tortura e alla pena di morte. Tanto che l’accostamento ai mafiosi appare come una mistificazione, una vendetta di Stato in grado di sfuggire persino alla retorica della funzione riabilitativa del carcere.
Indimenticàbiles – Indimenticabili di Salvatore Palita è una mostra capace dunque di stimolare una riflessione e aprire un dibattito utile, e oggi più che mai necessario, in relazione all’uso dei media, dei mezzi di informazione e all’impegno politico di chi ha provato a cambiare l’esistente. Ci si potrebbe soffermare a lungo sulla figura di Alfredo Cospito, una delle più controverse della mostra di Palita, ma anche a chi non appartiene all’ambiente anarchico e antagonista, può risultare lampante la presenza di ingiustizia e l’oggettiva attribuzione a Cospito di aver acceso i riflettori sulle inumane condizioni in cui vengono costretti a vivere i detenuti sottoposti al 41 bis”, molti dei quali non si sono neppure mai macchiati di omicidio, sbattuti in un pozzo da oltre vent’anni nell’indifferenza di società e istituzioni.
GCP - Gruppu di Culthura Poburari
Caminera Noa
12 de freàrgiu 2023