Venerdì 17 marzo: due eventi popolari di lotta ed emancipazione femminile


Alpraz (Alessandra Porcu) nasce in Sardegna  nella costa est occidentale del Sulcis Iglesiente. Cresce in un ambiente caratterizzato da povertà culturale e degrado ambientale dato da un territorio deturpato dallo sfruttamento minerario. Disegna da quando è bambina prendendo ispirazione dalla fiaba, dalla letteratura esistenzialista e dal mondo animale non umano.
Studia Nuovi Media all’Accademia di Belle Arti di Sassari, per poi specializzarsi in Scienze dello Spettacolo all’Università la “Sapienza” di Roma. Il suo interesse per il cinema e il video vira durante gli anni verso l’illustrazione e il fumetto, per poi ritornare e ricongiungersi col segno grafico attraverso l’illustrazione.
Nel 2021 autoproduce il suo primo fumetto “Io non sono io”. Ha collaborato con l’Università di Sassari e con l’archivio Home Movies per la realizzazione di animazioni. Esce nel 2023 la sua nuova raccolta di fumetti “Vertigini”, una serie che appare periodicamente su Quasi (Oblò APS). Lavora attualmente ad una graphic novel prossimamente in uscita per Pièdimosca e a delle animazioni in collaborazione con Mammut Film. Vive e lavora a Iglesias.

Dialogano con l’autrice: 
Cristian Augusto Grosso 
Salvatore Palita

A seguire: Canti popolari e sociali dal conzoniere popolare. 
Letture e riflessioni di donne in lotta. 
A cura del Gruppo ZTF (Zona Temporaneamente Femminista)

Il corpo della donna è un esproprio antico di secoli. Insieme alla lotta per laccesso alla terra, aria e acqua pura, ai diritti civili e politici, lumanità, parallelamente deve percorrere un cammino di accesso al sapere, di riconquista dei modi di vita comunitari, che rimetta in dubbio i rapporti di forza alla base della produzione e della riproduzione, della famiglia, delleducazione dei figli, dei rapporti uomo-donna, dello schema binario in cui è imbrigliato il genere. In quest’ottica, se si voglion percorrere strade di liberazione, non si può prescindere dal pensare la donna come soggetto politico. Abbiam pensato, in questa sede, di usare il canto popolare come chiave di lettura della realtà.

Il canto popolare rappresenta un ponte antropologico-etnografico di traduzione della realtà; veicola una visione del mondo che ci aiuta a codificare, nelle varie epoche, 
limmaginario collettivo. Oggi i media e la cultura di massa continuano a proporre un immaginario femminile stereotipato, che si alterna tra il vittimismo e la spettacolarizzazione. Spesso non compare la benché minima narrazione coerente con le vite reali delle donne, e più in generale dell'asse dei rapporti alla base delle dinamiche di genere e in generale, sociali.

In più parti del mondo esistono persone che si interrogano sulla necessità di dar vita ad un grosso cambiamento dei rapporti. In relazione ai cambiamenti sociali che richiedono, da parte del
luomo e della donna la creazione di un nuovo paradigma, di nuovi equilibri, di una nuova coscienza fatta di ascolto, di nuovi interrogativi e soprattutto nuove risposte a vecchi problemi.

In una prospettiva materialista del
lesistenza, tutta questa miseria non poteva che generare la grande miseria culturale e di regressione dei diritti che ci circonda. In questottica pensiamo che lamore sia ancor oggi e più che mai, un privilegio di pochi, che non può prescindere il suo esser specchio di povertà e precarietà dell'esistenza.

Perciò ancora una volta ci tocca dire: vogliamo il pane e anche le rose!

Gruppo ZTF (Zona Temporaneamente Femminista), un progetto in evoluzione che proporrà dei ragionamenti che sono in divenire, durante una serata che è una prova aperta più che un vero concerto.

Venite a cantare con noi!