Uniti per la Pace e l’Autodeterminazione: La Lotta Contro l’Occupazione Militare in Sardegna


Il movimento Caminera Noa si è unito ieri al corteo contro l’occupazione militare in Sardegna, organizzato da A Foras, durante la giornata simbolica della festa della Repubblica italiana. La manifestazione ha visto la partecipazione di un migliaio di persone e ha coinvolto numerosi movimenti con cui abbiamo condiviso questo importante momento di riflessione e protesta.

Il corteo, che ha preso avvio lungo viale Poetto e si è concluso in piazza San Bartolomeo, è stato caratterizzato da una serie di interventi volti a denunciare la militarizzazione dell’isola. Inoltre, ha offerto l’opportunità di sottoscrivere il referendum contro l’invio di armi in Ucraina.

Il movimento Caminera Noa ha voluto mettere in luce la negazione della storia nazionale e del diritto all’autodeterminazione della Sardegna, in un contesto in cui lo Stato italiano si basa sull’unità istituzionale come feticcio. La Sardegna è infatti militarmente occupata dallo Stato italiano e dalla NATO, trasformandola in un enorme hub militare che supera i 35.000 ettari di territorio.

Abbiamo voluto denunciare le recenti dichiarazioni del generale Figliuolo e la complicità del governo Solinas, che cercano di giustificare l’occupazione militare e il continuo sfruttamento delle risorse sarde. La nostra lotta contro lo Stato italiano e la NATO non si basa solo su un atteggiamento vittimistico, ma promuove una conflittualità popolare sempre più intensa e dibattiti pubblici contro la militarizzazione dell’isola.

Il fenomeno dell’occupazione militare fa parte di un sistema coloniale più ampio attuato dallo Stato italiano in Sardegna. Alcuni territori sono militarmente occupati, mentre altri sono trasformati in centri turistici o finiscono nelle mani di lobbies e faccendieri. Inoltre, l’isola è oggetto di un tentativo di sfruttamento per interessi energetici speculativi e sempre di più utilizzata come la nuova Cayenna d’Italia dove rinchiudere detenuti considerati dallo Stato “speciali”.

Abbiamo voluto sottolineare anche il clima repressivo che si sta diffondendo in Sardegna, con atti intimidatori contro coloro che si oppongono allo status quo. Non da ultimo, la vicenda che coinvolge 70 persone che hanno partecipato a manifestazioni di solidarietà ad Alfredo Cospito e contro il regime carcerario del 41 bis. È evidente come oggi basti partecipare a manifestazioni per essere oggetto di indagini. Proprio per questo motivo è stato importante scendere in piazza e dimostrare che non abbiamo paura, ma che continuiamo a lottare e a manifestare in ogni luogo: nelle piazze, di fronte alle carceri e alle basi militari.

Siamo determinati a difendere la nostra storia nazionale, la nostra identità e il nostro diritto all’autodeterminazione. Insieme, possiamo costruire un futuro migliore per la Sardegna e per tutti i popoli che desiderano vivere in pace e libertà.

Per questo continueremo la nostra lotta all’occupazione militare e allo stato coloniale italiano, consapevoli che la NATO rappresenta la più grande minaccia per la pace nel mondo e per la cooperazione e la convivenza pacifica tra i popoli. L’Italia è semplicemente uno Stato al servizio del colonialismo della NATO. Pertanto, se vogliamo dare un senso a questa battaglia, dobbiamo affermare con forza che non vogliamo che la Sardegna diventi un teatro di guerra in cui vengono sperimentate armi che la NATO utilizzerà in terreni di guerra come quello ucraino.

Insieme, possiamo fare la differenza e costruire un futuro di pace e autodeterminazione per la Sardegna.

Coordinamento natzionale Caminera Noa
3 làmpadas 2023